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In questo scenario si inseriscono le notizie che arrivano dalla 23esima International Aids Conference – in edizione virtuale – e che riportano l’attenzione sul tema della Ricerca in HIV, oggi sempre più orientata a identificare soluzioni terapeutiche volte a sostenere la Qualità della Vita dei Pazienti, e a rispondere agli unmet need con regimi di trattamento semplificati.

La Qualità della Vita è un aspetto cardine nella lotta al virus, ed è strettamente correlata all’aderenza terapeutica, all’assenza di effetti collaterali nelle terapie antiretrovirali e alla gestione ottimale delle comorbidità e della polipharmacy, il cui carico aumenta fisiologicamente con l’avanzare dell’età dei pazienti.

Perché se, da un lato, possiamo oggi celebrare il fatto che -con la giusta terapia- l’aspettativa di vita delle persone con HIV sia ormai allineata alla media della popolazione, dall’altro bisogna tenere presente che i pazienti sono esposti per molti anni ad uno stato di infiammazione e immunoattivazione cronica, derivante da molteplici fattori.

Tale stato infiammatorio è all’origine di un processo di invecchiamento biologico accelerato che, sovrapponendosi al progressivo invecchiamento anagrafico, conduce alla comparsa più frequente e più precoce, rispetto alla popolazione generale, di numerose comorbidità non infettive, tra cui le malattie cardiovascolari.

Per questa ragione, il controllo del peso corporeo e della massa grassa nei pazienti con HIV è una forma di prevenzione molto importante per il mantenimento di una Qualità della Vita ottimale.

Tuttavia, è la stessa terapia antiretrovirale che, a volte, può determinare un aumento ponderale.

Per maggiori approfondimenti visita il sito del congresso:
https://www.aids2020.org/