Epatite C, 300mila infezioni sommerse Italia

Per ridurre il sommerso, cioè individuare i portatori non consapevoli del virus, è necessario ampliare la popolazione coinvolta nello screening. Il governo ha stanziato una cifra equivalente a 71,5 milioni di euro.

Epatite C, 300mila infezioni sommerse Italia

Avviare un confronto aperto tra gli stakeholder chiave: clinici, istituzioni, associazioni di pazienti sull’epatite C per condividere gli elementi fondamentali e lo screening di popolazione nell’ottica di contribuire ad uno sviluppo efficace ed efficiente dei piani regionali. E ancora approfondire gli strumenti e i piani di diagnosi e prevenzione per combattere l’HCV: sono questi gli obiettivi del convegno ‘Screening di popolazione per combattere l’HCV’, svoltosi il 22 luglio 2022 presso la Sala Capitolare del Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva a Roma.

I NUMERI DELL’EPATITE C IN ITALIA E NEL MONDO

L’infezione cronica causata dal virus dell’Epatite C rappresenta in Italia e nel mondo una delle principali cause di morbosità e mortalità correlate a malattie del fegato. In Italia, dagli studi disponibili, è possibile stimare una prevalenza dell’HCV pari all’1% della popolazione (circa 500.000 italiani), con una maggior incidenza nelle classi di età più avanzate (=65 anni). Inoltre, si calcola che vi siano circa 250-300.000 infezioni sommerse, inclusi i soggetti che hanno contratto l’infezione tramite fattori di rischio non evidenti, ad esempio interventi chirurgici o odontoiatrici. Il tema dell’eradicazione dell’HCV si inserisce nel quadro più generale della lotta alla diffusione delle epatiti virali, come da indicazioni dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità“.

L’eradicazione dell’Epatite virale C è una delle più grandi sfide sanitarie attuali perché, se la patologia non viene precocemente diagnosticata e trattata, ha un’evoluzione inesorabile verso la cronicità, influendo significativamente sulla qualità di vita dei pazienti – ha detto Antonio Tomassini, Presidente dell’Associazione di Iniziativa Parlamentare e Legislativa per la Salute e la Prevenzione – In Italia la diffusione dell’Epatite C non è omogenea: alcune Regioni, tra cui il Lazio, registrano concentrazioni endemiche del virus molto elevate. Inoltre, la pandemia causata dal Covid-19 ha diminuito gli screening e quindi la possibilità di diagnosi precoce della malattia e ha abbassato il livello di attenzione verso la patologia. L’obiettivo principale del convegno organizzato oggi è quello di valutare e dare il via a percorsi di prevenzione mirati alla diagnosi precoce, ridurre i tempi di accesso alle cure e agevolare i flussi informativi per i pazienti“.

COME RIDURRE SOMMERSO E IL FINANZIAMENTO DA 71,5 MLN

Per ridurre il sommerso – si legge ancora – cioè quella parte di popolazione portatrice del virus ma non ancora individuata, e migliorare l’accesso alle terapie, nel febbraio 2020, il governo ha stanziato 71,5 milioni di euro in via sperimentale, per gli anni 2020 e 2021, per garantire uno screening gratuito per l’infezione da Epatite C, coinvolgendo la coorte dei pazienti nati tra il 1969 e il 1989, quelli seguiti dai Servizi Pubblici per le Dipendenze (SerD) ed i detenuti in carcere, indipendentemente dalla coorte di nascita e dalla nazionalità. Tuttavia, i temi della sensibilizzazione, organizzazione dei percorsi di cura e prevenzione, nonché il miglioramento dei flussi informativi, rimangono ancora gli elementi chiave del dibattito, sui quali è necessario un intervento omogeneo e coordinato. Nonostante il fondo sperimentale stanziato, le attività di screening hanno subìto un forte ritardo dovuto alla pandemia da Covid-19“.

SCREENING HCV: SITUAZIONI DISOMOGENEA SU TERRITORIO NAZIONALE

Ad oggi, infatti – spiegano dal convegno – soltanto Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Molise, Abruzzo, Basilicata e Valle d’Aosta hanno avviato procedure operative di screening HCV. Altre Regioni, come il Lazio, attualmente hanno solo adottato una delibera regionale per implementare il programma di screening, nonostante la lotta contro l’HCV rappresenti una sfida attuale per tutti i Sistemi Sanitari Regionali. Ad esempio, nella Regione Lazio, si stima la presenza di circa 53.300 pazienti con infezione cronica da HCV attiva ancora non trattati con terapia antivirale (prevalenza 0,9%), di cui circa 35.800 con infezione cronica ancora da diagnosticare potenzialmente asintomatici, e 17.500 in uno stadio di fibrosi avanzata sintomatici ma che ancora non hanno eradicato la patologia.

È quindi indispensabile avviare tempestivamente delle procedure efficienti su tutto il territorio nazionale, favorendo un’anticipazione diagnostica attraverso un percorso di screening organizzato, in linea con quanto stabilito dal Decreto attuativo sullo Screening HCV1, e una tempestiva presa in carico delle persone positive per l’avvio di un adeguato trattamento“.

VARIE TIPOLOGIE DI TEST A DISPOSIZIONE

Esistono varie tipologie di test che consentono la ricerca degli anticorpi Anti-HCV (HCV Ab) in diversi campioni biologici: prelievo venoso, sangue capillare, saliva. Nel Decreto attuativo sullo Screening HCV, per la coorte dei pazienti nati tra il 1969 e il 1989, in caso di positività al test sierologico di screening, utilizzando lo stesso campione, si può verificare la presenza dell’agente patogeno mediante la ricerca o dell’antigene HCV (HCV- Ag) o del genoma del virus con il test molecolare HCV RNA PCR. Questo consente di avere risultati in tempi molto rapidi, ed in caso di positività, indirizzare i soggetti ai centri specialistici per completare il percorso diagnostico a cui farà seguito il trattamento terapeutico“, ha affermato Sandro Grelli, professore di Microbiologia Clinica Università di Roma Tor Vergata.

Per i soggetti seguiti dai servizi pubblici per le dipendenze (SerD) e per i soggetti detenuti – ha aggiunto Grelli – lo screening potrà prevedere o la ricerca degli anticorpi Anti-HCV o in alternativa un test molecolare rapido di facile esecuzione, HCV RNA PCR su prelievo capillare, utilizzando un POCT (Point of Care Test). In caso di positività al test molecolare, dovrà essere completato il percorso diagnostico e successivamente quello terapeutico sotto il monitoraggio degli specialisti del settore“.

IL COVID-19 HA RALLENTATO LOTTA AD ALTRE MALATTIE

La crisi sanitaria globale causata da Covid-19 – spiega la nota – ha di sicuro complicato la lotta contro le altre malattie e la loro prevenzione. Emerge, infatti, da dati nazionali una drastica riduzione delle attività ambulatoriali di epatologia e una riduzione dell’erogazione dei relativi trattamenti antivirali“.

DEADLINE SCREENING FISSATA AL 31 DICEMBRE 2022 INADEGUATA

La pandemia purtroppo non è finita e, al fine di prevenire ulteriori rallentamenti causati da nuove ondate di varianti virali, è necessario prevedere un allargamento ad ulteriori canali di screening anche al di fuori delle strutture pubbliche come, ad esempio, le farmacie e/o laboratori convenzionati privati. Se non ci dotiamo di un piano alternativo, lo screening si potrebbe bloccare e, in alcune Regioni, potrebbe anche non iniziare“, ha detto Ivan Gardini, Presidente nazionale EpaC. “Infatti, solo il 30% delle Regioni – prosegue Gardini – è partito con uno screening attivo sulla popolazione generale, quindi è evidente che la deadline fissata per il termine dello screening sperimentale al 31 dicembre 2022 è inadeguata e va posticipata almeno a dicembre 2023.

Infine, va anche ampliata la platea di popolazione generale coinvolta nello screening, quantomeno la fascia di popolazione più anziana (dai 50 anni) poiché – proprio in quella fascia di popolazione – si annida la maggior parte delle infezioni occulte, così come le malattie più avanzate. Per questo motivo, EpaC ha richiesto alla Commissione di Valutazione dei LEA l’introduzione di test gratuiti per l’epatite C in tutta la popolazione maggiorenne, iniziativa in linea con la strategia OMS di eliminazione dell’infezione da Epatite C“.

Reference bibliografiche:
– IMPLEMENTARE LE POLITICHE SANITARIE A LIVELLO REGIONALE PER L’ELIMINAZIONE DELL’EPATITE C AI TEMPI DEL COVID-19
Loreta Kondili, Maria Giovanna Quaranta, Lucia Craxì, Sergio Babudieri, Ignazio Grattagliano, Claudio Leonardi, Felice Nava, Francesco Saverio Mennini, Massimo Andreoni, Luigi Bertinato
https://www.progettopiter.it/Repository/Documenti/Pubblicazioni/PITER_PUB27.pdf
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1755436521000050

COD. HCV 22033

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